Doppio MAC
Nell’ambito della XVI Biennale di Architettura di Santiago del Cile, tenutasi nel 2008, gli architetti Felipe Assadi e Francisca Pulido ricevettero l’incarico per il progetto di un padiglione espositivo temporaneo, che potesse ampliare l’insufficiente superficie a disposizione entro il Museo...
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DNA Editrice
2009-12-01
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Nell’ambito della XVI Biennale di Architettura di Santiago del Cile, tenutasi nel 2008, gli architetti Felipe Assadi e Francisca Pulido ricevettero l’incarico per il progetto di un padiglione espositivo temporaneo, che potesse ampliare l’insufficiente superficie a disposizione entro il Museo d’Arte Contemporanea della capitale cilena. Posizionato di fronte allo stesso Museo, nel Parco Forestale della città, il padiglione ha avuto la peculiarità di essere un paradigma nel «rapporto fra trasparenza e opacità, fra accessibilità e inaccessibilità, fra perscrutabilità e imperscrutabilità».
Questo piccolo padiglione infatti ha portato allo scoperto le ragioni di un’architettura, quella della ricerca e delle biennali, che spesso risulta criptica ai più, si nasconde entro gli spazi, invisibili dall’esterno, dei musei e delle gallerie o meglio ancora in quelli ben isolati, di vecchie infrastrutture difficilmente raggiungibili. Forse la stessa cosa si sarebbe verificata anche per la Biennale cilena, se questa si fosse tenuta esclusivamente all’interno degli spazi del MAC. Ma la necessità dell’ampliamento delle superfici necessarie alla manifestazione, ha reso necessario il progetto.
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