Frane di Natale nelle Alpi Italiane
I movimenti di massa in alta quota sono eventi rari in inverno nelle Alpi Italiane, ma presentano sovente grandi dimensioni se confrontati con gli eventi che si verificano in altre stagioni. L’interpretazione delle condizioni di innesco è particolarmente delicata, considerata l’elevata frequentazion...
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Institut de Géographie Alpine
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author | Marta Chiarle Costanza Morino Giovanni Mortara Walter Alberto Mario Ravello Aristide Franchino Giuseppe Orombelli Marco Giardino Luigi Perotti Guido Nigrelli |
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description | I movimenti di massa in alta quota sono eventi rari in inverno nelle Alpi Italiane, ma presentano sovente grandi dimensioni se confrontati con gli eventi che si verificano in altre stagioni. L’interpretazione delle condizioni di innesco è particolarmente delicata, considerata l’elevata frequentazione turistica della montagna durante il periodo invernale, e dunque le condizioni di rischio associate, e perché il loro accadimento potrebbe apparire in contraddizione con l’attribuzione di molti recenti fenomeni d’instabilità in alta quota al riscaldamento climatico in corso. Per fare luce su questo tema, abbiamo preso in considerazione 12 movimenti di massa avvenuti nelle Alpi Italiane a quote superiori a 1500 m tra metà dicembre e gennaio, ovvero durante il periodo natalizio, con l’obiettivo di comprendere se i recenti eventi d’instabilità possano essere collegati ai cambiamenti climatici e ambientali in corso. Anche se l’esiguo numero di movimenti di massa analizzati non consente di trarre conclusioni statisticamente basate, è possibile enucleare alcune considerazioni preliminari. Negli ultimi due decenni si osserva un apparente aumento della frequenza e della quota dei movimenti di versante invernali, con un aumento del numero di eventi che coinvolgono versanti rocciosi in condizioni di permafrost, e una transizione da fenomeni controllati da precipitazioni abbondanti a eventi controllati da anomalie e fluttuazioni della temperatura. Nel nostro lavoro mostriamo inoltre come in inverno possa verificarsi qualsiasi tipo di processo d’instabilità di versante, comprese le colate detritiche, anche se prevalgono i crolli/valanghe di roccia. Le osservazioni provenienti dai casi di studio potrebbero in parte dipendere da un aumento del numero di segnalazioni dovuto alla crescente attenzione verso gli impatti dei cambiamenti climatici e i rischi associati. Considerata la crescente pressione antropica sulle aree alpine, soprattutto a scopi turistici, anche nel periodo invernale, è cruciale approfondire le conoscenze sui movimenti di massa invernali, analizzando in maggior dettaglio ed ampliando la casistica disponibile, anche attraverso le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dalla citizen science. |
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