Summary: | Il presente saggio intende portare una riflessione critica sul termine di identità, cercando di metterne in luce l’alone di ambiguità e il tasso di problematicità semantico-concettuale, in relazione soprattutto all’altro polo speculare rappresentato dal concetto di alterità. Alla luce della condizione esistenziale in cui l’uomo contemporaneo si trova immerso – caratterizzata da una forte instabilità, incertezza e precarietà che non di rado lo porta ad avvertire acuti sentimenti di smarrimento e di sfuocamento dell’orizzonte di senso relativo al proprio essere e al proprio agire – sembra ormai improponibile pensare a identità (personali, gruppali, professionali, comunitarie …) fisse e monolitiche. Le innumerevoli appartenenze incrociate cui ciascuno di noi è inserito nella vita privata, lavorativa e nel tempo libero ci rendono esseri in perenne divenire e soggetti a disparate esperienze di frequentazione con l’Altro, che rendono le traiettorie esistenziali e professionali assai diversificate e nel contempo ricche di spessore e di suggestioni. Il confronto con la differenza e l’alterità interroga con particolare intensità le professioni della cura e della relazione, contraddistinte da un tasso di complessità molto elevato e per le quali è auspicabile l’integrazione nei processi formativi destinati agli operatori sociali e sanitari una solida matrice umanistica per consolidarne la professionalità.
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