Sulle abitudini di lettura del libro stampato e del testo digitale

Gli appelli perché si intensifichi l’abitudine alla lettura sono così ricorrenti e sostenuti da interessi diversi che rendono inutile insistere sui benefici che apporta allo sviluppo delle più importanti facoltà umane, tanto che il suo apprendimento fa parte del sistema di istruzione obbligatoria. A...

Full description

Bibliographic Details
Main Author: Francesco Vettori
Format: Article
Language:English
Published: tab edizioni 2021-01-01
Series:DigitCult@Scientific Journal on Digital Cultures
Online Access:https://digitcult.lim.di.unimi.it/index.php/dc/article/view/177
Description
Summary:Gli appelli perché si intensifichi l’abitudine alla lettura sono così ricorrenti e sostenuti da interessi diversi che rendono inutile insistere sui benefici che apporta allo sviluppo delle più importanti facoltà umane, tanto che il suo apprendimento fa parte del sistema di istruzione obbligatoria. Anche le neuroscienze, che si sono presto interessate allo studio dei processi di lettura, visualizzando l’attività del cervello che legge, hanno sempre confermato l’importanza della scrittura.      Tuttavia occorre specificare di quale tipo di scrittura si sta parlando senza misconoscere il valore strumentale dello stesso alfabeto. Emerge allora che il suo uso ha comportato alcuni fraintendimenti, uno dei quali è stato considerare la scrittura alfabetica una neutrale trascrizione del messaggio orale. Il linguaggio naturale presenta invece alcune caratteristiche proprie, come l’inseparabilità di enunciazione e enunciato, da cui discende che i sistemi culturali che privilegiano la voce, come quello greco arcaico, cui si fa risalire l’invenzione alfabetica, assegnano alla scrittura delle funzioni molto diverse rispetto alle nostre e al lettore un ruolo sociale addirittura capovolto: chi leggeva, ad alta voce e per un uditorio di analfabeti, era infatti il più delle volte uno schiavo, che consegnava la propria libertà a quanto era stato scritto, cui non si attribuiva, come oggi accade, specie nel caso del testo letterario, alcun potere liberatorio e ricreativo. Appare dunque evidente che l’attività di lettura, nel corso del tempo, si è compiuta diversamente a seconda delle forme che la scrittura, unitamente al suo supporto, ha assunto e occorre riconoscere che anche la digitale si attua secondo regole proprie. A dispetto del luogo comune che registra una diminuzione del numero di lettori, oggi si legge molto più delle generazioni precedenti, solo che si ammetta quale prova altro dai testi canonizzati mentre il valore della scrittura sta mutando con il moltiplicarsi degli strumenti per scrivere e quindi di chi scrive. Una volta di più, la scrittura riesce allora inseparabile dall’oggetto in cui è prodotta, palesando che quella digitale crea dei testi non ancora trasformati in opere e mentre i primi si riproducono, mutandosi anche in ipertesti, le opere letterarie digitali restano difficili da individuare poiché il loro modello d’uso è spesso il libro stampato.
ISSN:2531-5994