Un finale a sorpresa: Roma, l’Occidente e la gabbia bizantina
Questo contributo vuole essere una rilettura teorico-analitica indirizzata principalmente agli ultimi paragrafi del Trattato di sociologia generale. Nelle pagine che seguono, quindi, proporremo dapprima una breve sintesi del capitolo XIII – da Pareto intitolato L’equilibrio sociale nella storia – e...
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Published: |
Osservatorio Processi Comunicativi
2017-08-01
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author | Emanuela Susca |
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description | Questo contributo vuole essere una rilettura teorico-analitica indirizzata principalmente agli ultimi paragrafi del Trattato di sociologia generale. Nelle pagine che seguono, quindi, proporremo dapprima una breve sintesi del capitolo XIII – da Pareto intitolato L’equilibrio sociale nella storia – e ci concentreremo poi principalmente sulle sezioni conclusive e dedicate a una lunga vicenda tante volte rivisitata da storici e letterati: la vita e la caduta dell’Impero romano nelle sue due ramificazioni, quella occidentale e quella orientale. Si avrà così modo di mettere in rilievo come la lettura operata dal grande sociologo non solo offra un punto di vista originale rispetto a molta della letteratura esistente, ma presenti anche significative differenze rispetto agli schemi interpretativi fatti valere in generale nel Trattato. Infatti, sia la parabola dell’antica Roma sia – e ancor di più – quella di Bisanzio vengono da Pareto ripercorse sulla scorta di una contrapposizione radicale tra Occidente e Oriente che è poco o per nulla presente nelle altre pagine paretiane, così come praticamente assente vi è anche la profezia finale sull’imminente avvento di un’«organizzazione» di tipo bizantino nei Paesi economicamente e socialmente più avanzati. Infine, concludono l’intervento alcune osservazioni sull’attuale e perdurante vitalità del dibattito che circonda Bisanzio/Costantinopoli/Istanbul, multiforme città-simbolo che è stata ed è oggetto di trasfigurazioni positive o più spesso negative e che – come mostra esemplarmente il discorso paretiano – rinvia in modo diretto alla nostra realtà e auto-rappresentazione di europei e “occidentali”. |
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