Summary: | Il rapporto tra monarchia e baronaggio ha rappresentato, fin dal secolo XVI, un tema fondamentale per l’interpretazione delle complesse dinamiche politico-istituzionali riguardanti il Regno aragonese di Napoli. Per lo più letto in chiave antitetica, alla luce dei ripetuti conflitti armati tra la Corona e i baroni ribelli, questo rapporto merita tuttavia, nell’alveo di una rinnovata storiografia, d’essere ancora indagato, a partire da inediti punti d’osservazione. Questo articolo si focalizza sui principi reali napoletani, impegnati in alti ruoli istituzionali e al contempo titolari di feudi: principi-baroni aragonesi, dunque, attraverso i quali (in particolare Federico d’Aragona, principe di Taranto e di Squillace, il cui caso paradigmatico è più ampiamente analizzato) la Corona sperimenta un superamento dell’antitesi, estendendo la propria prassi politica e la propria ideologia del potere nei territori provinciali, nonché diffondendo e difendendo un proprio modello ideale di barone regnicolo.
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