Summary: | The contemporary city, result of a liquid society, has also become liquid, transforming itself into urban territory and incorporating within it large areas of uncertain character - or, better to say, no longer certain - characterized in some cases by a high degree of atopicity (as in the case of disused areas of various kinds) while in others it has such a strong topicality that it seems out of place (for example, areas or elements characterized by historical-cultural or naturalistic value). The challenge is to understand how these areas (in which the sense of the landscape often prevails over the story of the territory) can become new urban places - nodal elements (oikoi) of pervasive ecological infrastructure - and generate a different system of spaces for social enjoyment.
A research line, both theoretical and design - which has long been undergoing personal experimentation - is based on the paradigm of the Ecopolitan Network, understood as a system of dense places (rethought as spaces for public use) interconnected (materially or immaterially) in a way as to create a sort of environmental infrastructure of urban/metropolitan/territorial scale which, emerging from purely sectoral spheres, becomes a supporting element for the project to redevelop the contemporary urban territory, with respect to which it contributes to the creation of original scenarios and visions, in particular in the hybrid zones of mixture between different landscapes.
Il paradigma della "rete ecopolitana" quale strumento di riconfigurazione sistemica dello spazio pubblico nel "territorio urbano" contemporaneo
La città contemporanea, frutto di una “società liquida”, è divenuta “liquida” anch’essa, trasformandosi in “territorio urbano” e inglobando al suo interno ampie aree dal carattere incerto - o, per meglio dire, non più certo - caratterizzate in alcuni casi da un alto grado di “atopicità“ (come nel caso delle aree dismesse di vario genere) mentre in altri dal possedere una “topicità” talmente forte da sembrare oramai fuori luogo (ad esempio aree o elementi connotati da valore storico-culturale o naturalistico). La sfida sta nel comprendere come queste aree (nelle quali il senso del paesaggio spesso prevale sul “racconto” del territorio) possano divenire “nuovi luoghi urbani” - elementi nodali (oikos) di una “infrastruttura ecologica” pervasiva - e generare un differente sistema di spazi destinati alla fruizione sociale.
Una linea di ricerca sia teorica sia progettuale - oramai da tempo in fase di personale sperimentazione nell’ambito della ricerca di base e della didattica - è quella che si basa sul paradigma della “Rete Ecopolitana”, intesa come sistema di luoghi densi (ripensati come spazi di uso pubblico) interconnessi (materialmente o immaterialmente) in modo tale da creare una sorta di “infrastruttura ambientale” di scala urbana/metropolitana/territoriale che, uscendo da sfere prettamente settoriali, diviene elemento portante per il progetto di riqualificazione del “territorio urbano contemporaneo”, rispetto al quale contribuisce alla creazione di originali scenari e visioni, in particolare nelle “zone ibride” di commistione tra differenti paesaggi.
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