Se il corpo fosse una cetra, l’armonia sarebbe la sua anima
L’obiettivo del testo è di indagare se sia possibile attribuire a Platone una concezione dualista della natura umana, quindi se il filosofo possa essere inscritto nella linea dei pensatori che si sono posti il cosiddetto “Mind-Body Problem”. In molteplici passi dei dialoghi platonici si rinviene l’a...
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Format: | Article |
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Published: |
Imprensa da Universidade de Coimbra; Universidade de Brasília
2020-08-01
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Online Access: | https://impactum-journals.uc.pt/archai/article/view/8689 |
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author | Barbara Botter |
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description | L’obiettivo del testo è di indagare se sia possibile attribuire a Platone una concezione dualista della natura umana, quindi se il filosofo possa essere inscritto nella linea dei pensatori che si sono posti il cosiddetto “Mind-Body Problem”. In molteplici passi dei dialoghi platonici si rinviene l’affermazione che il corpo e l’anima costituiscono due nature differenti e, in certa misura, incompatibili. D’altro canto, la relazione fra corpo e anima è costitutiva dell’uomo e si rende manifesta nell’atto della percezione. La presente riflessione si svilupperà in tre momenti. Dapprima esporremo le ragioni per cui è giustificato affermare che esiste in Platone una differenza fra anima e corpo; quindi analizzeremo l’unione di anima e corpo come attributo essenziale della natura umana; termineremo l’indagine attraverso la ricerca della “ghiandola pineale platonica”, ossia l’elemento che permette di parlare di anima e corpo come di una relazione duale che si costituisce non come una unità indifferenziata, né come una giustapposizione di fattori estranei l’uno all’altro. La nostra proposta consiste nel mostrare che lo scambio di informazioni fra anima e corpo avviene attraverso una modifica nelle proporzioni matematico armoniche che articolano entrambe le potenze. |
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