L’integrazione nella diversità: lo spazio possibile (e necessario) delle lingue di origine degli stranieri residenti nella politica linguistica dell’Unione Europea

Il numero di lingue ufficiali degli Stati membri esprime solo parzialmente la portata del plurilinguismo esistente nell’Unione Europea. La molteplicità di lingue in uso presso le comunità immigrate strutturatesi nei diversi Paesi, in particolare, costituisce la manifestazione più recente di tale fe...

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Main Author: Maria Simionello
Format: Article
Language:English
Published: Università degli Studi di Torino 2023-06-01
Series:De Europa
Online Access:https://ojs.unito.it/index.php/deeuropa/article/view/7142
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description Il numero di lingue ufficiali degli Stati membri esprime solo parzialmente la portata del plurilinguismo esistente nell’Unione Europea. La molteplicità di lingue in uso presso le comunità immigrate strutturatesi nei diversi Paesi, in particolare, costituisce la manifestazione più recente di tale fenomeno, alla quale tuttavia non ha fatto seguito alcuna esplicita revisione dei quadri interpretativi che ne determinano il trattamento. Al contrario, questi paiono ancora protendere – tanto a livello comunitario quanto nel diritto interno dei singoli Stati – verso una considerazione delle lingue quali beni storico-culturali (Savoia 2001; Caretti-Cardone 2014) e strettamente legata al modello di tutela delle minoranze linguistiche storiche (cfr. Extra 2011), categoria dalla quale le lingue parlate dagli immigrati sono generalmente escluse (cfr., tra gli altri, Orioles 2007; Caretti-Cardone 2014), come si nota da ultimo nella risoluzione 2020/2846(RPS). Sorgono così degli interrogativi sull’avanzamento del percorso di definizione dei diritti linguistici (Poggeschi 2010) nell’Unione: c’è spazio per una riflessione euro-unitaria su un’estensione formale del modello di promozione del plurilinguismo alle varietà portate dai gruppi immigrati? Parliamo ad oggi di plurilinguismo delle istituzioni o dei cittadini?   Partendo dalla considerazione di questi limiti, il contributo proposto approfondisce la posizione delle lingue di origine degli stranieri residenti nel quadro della promozione euro-unitaria del plurilinguismo, con l’obiettivo di individuare degli spazi di azione possibili per un’estensione delle attuali misure che superi il ricorso al solo modello minoritario e colga invece le peculiarità socio-culturali proprie del fenomeno e le conseguenti implicazioni per il tema dell’integrazione.   Keywords: diritti linguistici; plurilinguismo europeo; politica linguistica; minoranze linguistiche; Unione Europea.    Integration in diversity: the possible (and necessary) attention to the languages of foreign people resident   in Europe in the language policies of the European Union  The number of official languages spoken in the States member of European Union accounts only partially of the actual dimension of European plurilingualism. Particularly the number of languages spoken by communities of foreign people permanently resident in the European Countries represents the most recent manifestation of this phenomenon. However, despite its quantitative and qualitative relevance, no modifications of the interpreting frameworks of European plurilingualism have been undertaken. In contrast,  policies seem to persist in adopting – both at the national and EU level – a consideration of languages as part of an historical-cultural heritage (see among others Orioles 2007; Caretti-Cardone 2014), and closely related to the model of protection applied to historical minority languages (Extra 2011), a category from which the languages spoken by foreigners are generally excluded (see, among others, Orioles 2007; Caretti-Cardone 2014), as recently shown by the resolution 2020/2846(RPS). Considering this circumstances, two questions about the progression of the debate on linguistic rights (Poggeschi 2010) in the EU arise: Is it possible to individuate the conditions for an European action on the official extension of the plurilingualism framework at the languages stemming from recent migrations? Do we intend an institutional or a social European plurilingualism?   This paper aims at investigating the position of the languages of origin of foreign people in the European framework on plurilingualism, with the objective to identify possible actions in order to extend the current policies promoting plurilingualism and overcome the minority model, to include the socio-cultural specificities of the phenomenon and its implications for the integration.   Keywords: Linguistic Rights; European Plurilingualism; Language policy; Linguistic minorities; European Union.  
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