Una <em>rete</em> nell’Europa medievale

La diffusione del libro nel Medioevo potrebbe essere riletta alla luce di una metafora attuale sebbene non scevra di aspetti dialettici: quella della “rete”. All’ubicazione spazio-temporale del libro nei monasteri medievali, contraddistinta da fisicità e permanenza, si sotituisce oggi un formato dig...

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Bibliographic Details
Main Author: Ester Brambilla Pisoni
Format: Article
Language:English
Published: Università degli Studi di Milano 2012-06-01
Series:Doctor Virtualis
Online Access:http://riviste.unimi.it/index.php/DoctorVirtualis/article/view/2200
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description La diffusione del libro nel Medioevo potrebbe essere riletta alla luce di una metafora attuale sebbene non scevra di aspetti dialettici: quella della “rete”. All’ubicazione spazio-temporale del libro nei monasteri medievali, contraddistinta da fisicità e permanenza, si sotituisce oggi un formato digitale e virtuale, che porta ad una sorta di decontestualizzazione e alla continuità del flusso di informazioni, contribuendo alla diffusione capillare del sapere. L’ottica di universalità e globalità accomuna tuttavia entrambe le epoche. Alcuni concetti-chiave dell’informatica potrebbero infatti declinarsi in ambito medievale: Server-Client per la raccolta, la conservazione e la trasmissione delle conoscenze da parte dei monasteri, quali centri del sapere in Europa, agli uomini di cultura; Firewall, per alludere alla necessità di tutelare i manoscritti, mediante la copiatura e la diffusione dei codici; Community, ad indicare non solo la comunità religiosa o monastica in senso stretto, bensì l’apertura ad una costruzione del sapere mediante un’azione partecipativa. I problemi dell’autenticità delle fonti, dell’acriticità delle informazioni e la pratica delle citazioni trovano un precedente significativo nelle Sententiae di Pietro Lombardo: una sorta di “biblioteca virtuale” grazie alla collezione di passi dalla Sacra Scrittura e da fonti latine e greche, paragonabile a un moderno modello enciclopedico di sapere. The diffusion of the book in the Middle Ages could be critically read through a modern metaphor: the “net”. The space-temporal coordinates of the book shift from being physical and permanent in the Medieval monasteries, to being de-contextualized and continue in the flow of information of digital and virtual format. However the universal and global perspective is common to the contemporary and the Medieval periods. In fact some key-words of computer science could be applied to the Medieval context: Server-Client, for the collection, the preservation and the transmission of knowledge from monasteries, as cultural centers in Medieval Europe, to men of culture; Firewall, for the necessary protection of manuscripts, through copying and diffusing codes; Community, referred not only to the monastic and religious groups, but also to an open sharing of the building of knowledge. Problems like the authenticity of the sources, the lack of criticality in the reception of data, and the practice of quotations are well represented in Peter Lombard’s Sententiae: this work can be compared to a modern encyclopedia thanks to the collection of passages from the Holy Scripture and from Latin and Greek sources, as well as a “virtual library”.
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