Summary: | L'articolo intende esplorare alcune possibilità offerte dal lavoro di rete in contesti interculturali. Tradizionalmente il sistema di cura Occidentale ha focalizzato l'intervento sull'individuo, passivizzandolo ed inserendolo in schemi concettuali misurabili, oggettivizzanti e universalistici. Spesso i modelli che cercano un punto di discontinuità con interventi medicalizzati, "unici" e lineari, rischiano di cadere nella trappola della reificazione di alcuni dei loro schemi concettuali di riferimento: dalla misurazione della malattia si passa, perciò, all'oggettivazione dell' "Invisibile". La funzione del counselor è quella di adattarsi camaleonticamente al contesto dell'intervento, restituendo competenza alla persona e coordinando i propri significati a quelli del cliente. Il lavoro di rete, inteso come interazione paritaria tra sistema curante e sistema curato, arricchisce le storie dei "pazienti" di nuovi significati e si propone come opportunità trasformativa per l'una e l'altra delle parti interagenti. Il contributo si chiude con un esempio clinico di lavoro coordinato della rete.
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