Analisi delle interazione madre-piccolo nel capriolo, in un'area dell'Appennino settentrionale

I piccoli degli ungulati vengono generalmente classificati in due categorie: <em>hiders</em> o <em>followers</em>, indicative della natura dei rapporti con la madre nelle prime settimane di vita. Il capriolo è ascritto alla prima categoria, in...

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Bibliographic Details
Main Authors: Elisabetta Raganella Pelliccioni, B. Amadesi, Silvano Toso
Format: Article
Language:English
Published: Associazione Teriologica Italiana 2003-10-01
Series:Hystrix, the Italian Journal of Mammalogy
Online Access:http://www.italian-journal-of-mammalogy.it/article/view/4300
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author Elisabetta Raganella Pelliccioni
B. Amadesi
Silvano Toso
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description I piccoli degli ungulati vengono generalmente classificati in due categorie: <em>hiders</em> o <em>followers</em>, indicative della natura dei rapporti con la madre nelle prime settimane di vita. Il capriolo è ascritto alla prima categoria, in cui i piccoli fanno affidamento sulla loro capacità di mimesi, rimanendo immobili e isolati in siti che forniscono adeguata copertura. Il comportamento dei piccoli, le relazioni fra fratelli e con la madre giocano quindi un ruolo fondamentale nella strategia di sopravvivenza dei cuccioli nelle prime fasi di vita. L'obiettivo del presente lavoro è valutare l'effetto sulla sopravvivenza dei nuovi nati nei primi due mesi di vita di parametri quali i) distanza madre - cucciolo ii) distanza fra piccoli appartenenti alla stessa cucciolata iii) mobilità dei piccoli e iv) dimensione dell'area occupata dai piccoli nei primi mesi di vita. Questo lavoro si inserisce in un progetto di ricerca a lungo termine sull'ecologia del capriolo in ambiente appenninico in corso nell'Appennino forlivese (comune di Tredozio, provincia di Forlì-Cesena). Le analisi si basano su un campione di 55 nuovi nati catturati durante la fase di <em>hiding</em> dal 1997 al 2002 e monitorati attraverso la tecnica radiotelemetrica. Durante lo stesso periodo 9 femmine adulte sono state monitorate con la stessa tecnica contemporaneamente ai loro figli. I risultati mostrano che, come atteso dalla strategia <em>hiding</em>, la distanza madre-cucciolo varia significativamente al variare dell'età (Scheirer-Ray-Hare test: Χ²=37,07, p<0,001), senza che si riscontri alcun effetto della dimensione della cucciolata (Scheirer-Ray-Hare test: Χ²=0,99, p>0,05). Da un valore di 55,3 m nei primi 5 giorni di vita, la distanza aumenta arrivando ad un massimo di 103,1 m ad un mese di vita. Anche la distanza tra fratelli varia significativamente nel tempo (Scheirer-Ray- Hare test: Χ²=14,29, p=0,026), riducendosi da un valore di 50,0 m nei primi 10 giorni di vita ad una distanza di 5,6 m all'età di 40 giorni e risolversi successivamente in una stretta e costante associazione. La mobilità, intesa come la distanza tra successivi siti di riposo dei cuccioli, si modifica significativamente in funzione dell'età (Scheirer-Ray-Hare test: Χ²=15,89, p<0,05) ed in particolare aumenta nei primi 30 giorni di vita per poi mantenersi costante fino allo svezzamento. La mobilità dei cuccioli influenza in maniera significativa la loro probabilità di sopravvivenza: ad un aumento della distanza fra successivi siti di riposo di 10 m, si assiste ad un incremento della probabilità di sopravvivenza nei primi 30 gg di vita di circa 10 volte. A 90 giorni invece è l'area occupata dai piccoli ad influenzare la loro probabilità di sopravvivenza. Le modalità di realizzazione della strategia ?hiding? condizionano quindi il successo riproduttivo delle femmine ? in termini di sopravvivenza dei nuovi nati - e possono dipendere da una sinergia di fattori fra i quali non ultimi l?età e l?esperienza delle madri, come rilevato anche per altri ungulati.
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