Rappresentare l’irrappresentabile, vedere l’invisibile

Eresia è la forza della scelta contraria all’opinione dei più, sia essa condivisa o imposta. Eresia è il convincimento, sostenuto dalla propria scienza e dalla propria coscienza, che un fatto unanimemente interpretato possa avere invece una diversa e più valida interpretazione. Eresia è...

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Main Author: Valeria Menchetelli
Format: Article
Language:English
Published: DNA Editrice 2022-06-01
Series:And
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description Eresia è la forza della scelta contraria all’opinione dei più, sia essa condivisa o imposta. Eresia è il convincimento, sostenuto dalla propria scienza e dalla propria coscienza, che un fatto unanimemente interpretato possa avere invece una diversa e più valida interpretazione. Eresia è l’idea, al contempo concreta e visionaria, che il pensiero del singolo possa proiettarsi oltre il senso comune e porsi autorevolmente dalla parte della verità. Molte grandi eresie della storia sono state supportate dal disegno, che ha consentito di rappresentare ciò che era di fatto irrappresentabile, perché mai rappresentato prima o perché vietato alla rappresentazione. L’Ecumene di Anassimandro è la prima mappa geografica della Terra, che ereticamente ritrae in un unico disegno l’intero mondo conosciuto e lo osserva dall’alto, con uno sguardo prossimo al divino. La teoria copernicana si esprime con il tracciamento di una serie di circonferenze che ereticamente si dispongono in modo concentrico attorno a un punto su cui per la prima volta è annotato sol anziché terra. L’eretica organizzazione politica e sociale ideale concepita da Thomas More prende forma disegnata nella prima rappresentazione dell’isola di Utopia. La leggendaria isola di Atlantide assume sostanza visibile grazie al disegno che ne traccia Athanasius Kircher, congetturando del suo inabissamento legato all’origine vulcanica. L’eretica e ambiziosa metafora dell’organizzazione universale del sapere trova forma esplicita nei disegni della Biblioteca di Babele ideata da Jorge Luis Borges, che ne smascherano tanto l’angoscia ossessiva quanto l’effettiva inutilità. Il primo modello di città mobile (Walking City) disegnato dal Gruppo Archigram propone ereticamente uno scenario utopico-distopico prefigurando uno stravolgimento delle modalità insediative consolidate. L’eretica ipotesi della colonizzazione antropica dello spazio è incarnata dai progetti di habitat spaziali come lo Stanford torus disegnato da Don Davis per il punto lagrangiano L5 tra la Terra e la Luna o la Mars Science City disegnata da BIG per insediare l’uomo su Marte. Questo elenco esemplificativo raccoglie alcuni ‘primi disegni’ (protodisegni): prime espressioni visive che hanno accompagnato e sostenuto pionieristicamente il pensiero eretico, rendendolo visibile e perciò possibile, rafforzandolo e creando le dirompenti condizioni di crisi atte a favorire il progresso della scienza e della società. Ognuno di questi disegni è un progetto sul mondo, inteso letteralmente come idea che si proietta in avanti infrangendo lo stato di fatto. Il contributo proposto intende ripercorrere una storia disegnata del pensiero eretico mediante la discussione di una selezione di ‘primi disegni’ che, sebbene eterogenei perché provenienti da differenti ambiti culturali, hanno determinato per la loro forza sovversiva un mutamento radicale, divenendo spartiacque tra epoche.
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