Summary: | <p>Laura Marcolini studia Lettere e Storia dell’Arte per poi collaborare con la Galleria dell’Incisione di Brescia. Si nutre di immagini ma non tutte sono di carta mentre scopre la sua passione per la fotografia e decide di studiarla frequentando un master. È l’inizio di una lunga esperienza di collaborazione come editor, fotografa e <em>photoeditor</em> con riviste di fotografi a; produce materiali iconografici originali e testi sull’analisi formale e semantica e la percezione delle immagini. In realtà è l’inizio di qualcos’altro.</p><p>Percorre il quotidiano, traccia i suoi appunti alla ricerca di coerenze ma senza alcuna pretesa di esserlo. Quello che resta nei suoi lavori ed espressioni personali è il vuoto, luoghi mentali da condividere a volte sì ma anche no. Ha l’impressione che sia nell’aura del vuoto lasciato dalle cose, dai passaggi, dalle relazioni, la chiave in cui cercare. Il suo è un percorso che interroga le immagini, la loro possibilità di mediazione con l’invisibile, e la loro riduzione nelle espressioni dominanti che l’estetica impone.</p><p>In questa ricerca si interessa alla narrazione per immagini e alla relazione tra l’uomo e le tecnologie. Incontra Studio Azzurro, con cui inizia una collaborazione tutt’ora in corso sullo sviluppo dei progetti, le riprese video e la direzione artistica di ambienti sensibili, installazioni, performance e spettacoli teatrali. Negli ultimi anni si è avvicinata con particolare interesse al mondo delle arti performative, considerandolo particolarmente fecondo come possibile antidoto ai linguaggi dominanti della scena contemporanea.</p><p>Nel 2018 apre il convegno internazionale dell’UID presso il Politecnico di Milano con la lectio magistralis “Il gesto della comunicazione”.</p><p>DOI: https://doi.org/10.20365/disegnarecon.25.2020.dw1</p>
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