Ticino: il punto di vista di un architetto

In passato in Ticino la pianificazione del territorio è stata gestita dai politici e soprattutto sviluppata a livello di singoli comuni senza un piano coordinato a livello regionale e cantonale. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. L’impressione è che l’esperienza non abbia portato insegnament...

Full description

Bibliographic Details
Main Author: Massimo Cattaneo
Format: Article
Language:Catalan
Published: Asociación de Apertura Crítica (AdAc) 2019-07-01
Series:Alia
Subjects:
Online Access:http://aperturacritica.es/files/ticino-il-punto-di-vista.pdf
_version_ 1811259064228773888
author Massimo Cattaneo
author_facet Massimo Cattaneo
author_sort Massimo Cattaneo
collection DOAJ
description In passato in Ticino la pianificazione del territorio è stata gestita dai politici e soprattutto sviluppata a livello di singoli comuni senza un piano coordinato a livello regionale e cantonale. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. L’impressione è che l’esperienza non abbia portato insegnamenti tali da cambiare la situazione: ancora oggi le scelte sono troppo influenzate dalla politica e non condivise con gli specialisti (architetti e urbanisti). L’istituzione del “piano regolatore” ha inoltre evidenziato come questo mezzo normativo sia stato pensato con eccessivi e generici parametri, che non hanno tenuto conto delle varie realtà locali. Si è pensato solo a normare il costruito, il pieno e spesso solo lo spazio privato (il giardinetto attorno alla casa) senza riflettere sui vuoti, sugli spazi residui e quindi sugli spazi pubblici. In passato il terreno era prezioso e trattato con riguardo perché produceva sostentamento per la popolazione. Oggi è sfruttato spesso solo a fini economici, che favoriscono pochi e danneggiano molti. I villaggi di un tempo erano armoniosi, compatti e gli spazi privati e pubblici condivisi – le corti, le vie, le piazze. I quartieri di oggi hanno dimenticato la condivisione, ognuno è chiuso e separato in casa, dietro la propria siepe, il proprio recinto o muretto. Il terreno è occupato disordinatamente ed è sprecato. La qualità degli spazi residui è casuale e scadente. I traffici, aumentati in modo esponenziale, non sono stati previsti ed anticipati da un’adeguata pianificazione, che è invece risultata miope e lenta rispetto all’evoluzione economica in atto. È tempo di darsi una mossa, di recuperare i valori del passato, importandoli nella realtà odierna. È ora di mettere da parte l’individualismo a favore del senso di comunità. È il momento per i politici di cedere il passo a chi vede il futuro con occhi giusti e competenti.
first_indexed 2024-04-12T18:24:51Z
format Article
id doaj.art-d519da59dfb244bf81f8efb7cbadff78
institution Directory Open Access Journal
issn 2014-203X
language Catalan
last_indexed 2024-04-12T18:24:51Z
publishDate 2019-07-01
publisher Asociación de Apertura Crítica (AdAc)
record_format Article
series Alia
spelling doaj.art-d519da59dfb244bf81f8efb7cbadff782022-12-22T03:21:17ZcatAsociación de Apertura Crítica (AdAc)Alia2014-203X2019-07-0185658Ticino: il punto di vista di un architettoMassimo Cattaneo0Scuola Universitaria Professionale della Svizzera ItalianaIn passato in Ticino la pianificazione del territorio è stata gestita dai politici e soprattutto sviluppata a livello di singoli comuni senza un piano coordinato a livello regionale e cantonale. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. L’impressione è che l’esperienza non abbia portato insegnamenti tali da cambiare la situazione: ancora oggi le scelte sono troppo influenzate dalla politica e non condivise con gli specialisti (architetti e urbanisti). L’istituzione del “piano regolatore” ha inoltre evidenziato come questo mezzo normativo sia stato pensato con eccessivi e generici parametri, che non hanno tenuto conto delle varie realtà locali. Si è pensato solo a normare il costruito, il pieno e spesso solo lo spazio privato (il giardinetto attorno alla casa) senza riflettere sui vuoti, sugli spazi residui e quindi sugli spazi pubblici. In passato il terreno era prezioso e trattato con riguardo perché produceva sostentamento per la popolazione. Oggi è sfruttato spesso solo a fini economici, che favoriscono pochi e danneggiano molti. I villaggi di un tempo erano armoniosi, compatti e gli spazi privati e pubblici condivisi – le corti, le vie, le piazze. I quartieri di oggi hanno dimenticato la condivisione, ognuno è chiuso e separato in casa, dietro la propria siepe, il proprio recinto o muretto. Il terreno è occupato disordinatamente ed è sprecato. La qualità degli spazi residui è casuale e scadente. I traffici, aumentati in modo esponenziale, non sono stati previsti ed anticipati da un’adeguata pianificazione, che è invece risultata miope e lenta rispetto all’evoluzione economica in atto. È tempo di darsi una mossa, di recuperare i valori del passato, importandoli nella realtà odierna. È ora di mettere da parte l’individualismo a favore del senso di comunità. È il momento per i politici di cedere il passo a chi vede il futuro con occhi giusti e competenti.http://aperturacritica.es/files/ticino-il-punto-di-vista.pdfTicinoArchitetturaUrbanismoTerritorio
spellingShingle Massimo Cattaneo
Ticino: il punto di vista di un architetto
Alia
Ticino
Architettura
Urbanismo
Territorio
title Ticino: il punto di vista di un architetto
title_full Ticino: il punto di vista di un architetto
title_fullStr Ticino: il punto di vista di un architetto
title_full_unstemmed Ticino: il punto di vista di un architetto
title_short Ticino: il punto di vista di un architetto
title_sort ticino il punto di vista di un architetto
topic Ticino
Architettura
Urbanismo
Territorio
url http://aperturacritica.es/files/ticino-il-punto-di-vista.pdf
work_keys_str_mv AT massimocattaneo ticinoilpuntodivistadiunarchitetto