Immagine contro natura

<div class="page" title="Page 1"><div class="layoutArea"><div class="column"><p><span>Qual è il rapporto tra immagine e natura nella cultura contemporanea? Poche vicende sono in grado di riassumere, in breve, la parabola percorsa...

Full description

Bibliographic Details
Main Author: Paolo D'Angelo
Format: Article
Language:English
Published: Firenze University Press 2015-11-01
Series:Ri-vista: Ricerche per la Progettazione del Paesaggio
Subjects:
Online Access:http://www.fupress.net/index.php/ri-vista/article/view/17533
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description <div class="page" title="Page 1"><div class="layoutArea"><div class="column"><p><span>Qual è il rapporto tra immagine e natura nella cultura contemporanea? Poche vicende sono in grado di riassumere, in breve, la parabola percorsa nella modernità di questo rapporto come quella cui è andata incontro la parola </span><em>panorama</em><span><em>.</em> Oggi, anche se molti continuano ad usare questo termine come equivalente di paesaggio, pochi sanno che il ‘panorama’ nacque, alla fine del Settecento, per indicare uno «spettacolo ottico» destinato a riscuotere grande successo lungo tutto il secolo seguente: il ‘panorama’ era, in origine, una grande tela dipinta, disposta a trecentosessanta gradi intorno a uno spettatore. Nel corso dell’Ottocento, le foto presero gradatamente il posto della pittura, nei panorami, fino a che, all’inizio del Novecento, le nuove forme di riproduzione dell’immagine, come il cinema, resero obsoleto questo tipo di spettacolo. Ma non la parola, che era già transitata a indicare la </span><em>cosa naturale </em><span>osservata e non più l’apparecchio destinato a riprodurla, la realtà e non la rappresentazione. Ed è proprio questo passaggio, per cui l’immagine </span><span><em>soppianta</em> </span><span>la natura, la sostituisce, si pone al suo posto, ed </span><span><em>impedisce</em> </span><span>un rapporto reale con la cosa rappresentata, ciò che si impone a chi prende a considerare il rapporto tra immagine e natura nel mondo contemporaneo. A partire dalla seconda metà del Novecento, molti artisti hanno cercato di dare attraverso le loro opere delle </span><span><em>esperienze</em> </span><span>del nostro rapporto con la natura, o, per meglio dire, di trasformare in opera la propria esperienza della natura. Un tratto accomuna le esperienze dei </span><span><em>land artist</em> </span><span>americani degli anni Sessanta con quelle dell’arte ambientale europea dei decenni successivi: il fatto che entrambe hanno compreso che il patto mimetico che legava l’arte alla natura è andato in pezzi e che nulla è più vano che cercare di ricomporlo, ragione per cui l’arte non potrà recuperare un legame con la natura </span><em>riproducendola</em><span><em>,</em> ma solo </span><span><em>operando</em> </span><span>all’interno di essa. Tuttavia, il necessario ricorso, da parte degli artisti, ai mezzi di comunicazione visiva, come fotografie e video, per documentare e divulgare le loro opere, spesso realizzate in luoghi sperduti ed inaccessibili ai più, ha determinato un vero e proprio paradosso: un’arte che era nata in antitesi all’immagine torna ad essere </span><span>p<em>ura immagine. </em></span></p></div></div></div>
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publishDate 2015-11-01
publisher Firenze University Press
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