The Irriverent Lie. Notes on the Reception of Sterne in the Comic Narrative of the Fascist Period
L’intervento propone spunti di riflessione sul recupero della dimensione comica e parodica di Sterne, e particolarmente del Tristram Shandy, nell’ambito dell’exploit del romanzo umoristico negli anni del fascismo. In Italia fino a Pirandello si fissò principalmente un’attenzione allo Sterne «sentim...
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UNICApress
2016-12-01
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author | Leonardo Battisti |
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description | L’intervento propone spunti di riflessione sul recupero della dimensione comica e parodica di Sterne, e particolarmente del Tristram Shandy, nell’ambito dell’exploit del romanzo umoristico negli anni del fascismo.
In Italia fino a Pirandello si fissò principalmente un’attenzione allo Sterne «sentimentale», e un generale disinteresse – con alcune eccezioni – per il comico più marcatamente metatestuale, parodico e antiromanzesco.
Aspetto questo connaturato storicamente al romanzo umoristico, e che nel Tristram Shandy costituisce la norma compositiva, tanto da meritare la definizione di «romanzo parodistico» (Sklovskij), o di campione degli antiromanzi.
La centralità di questa attitudine parodica viene recuperata appieno nel Ventennio da alcuni autori (Campanile, Mosca, Guareschi, ecc.), complice anche la prima traduzione integrale del Tristram (per Formiggini, nel 1922), per stigmatizzare con la potenza del riso la convenzionalità e falsità degli stilemi della letteratura di consumo (esempi proposti: A. Campanile, In campagna è un’altra cosa, 1931, e G. Guareschi, Il destino si chiama Clotilde, 1943).
La narrativa umoristica, autodichiarando esplicitamente al suo lettore il proprio statuto di menzogna attraverso la riproduzione rovesciata, in una prospettiva coerentemente paradossale, delle forme della letteratura d’appendice, tentava di disinnescarle, e tuttavia finiva spesso contemporaneamente per sostanziare una tipologia d’intrattenimento acritico verso la realtà circostante, sostanzialmente tollerato dal regime. |
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