Il museo che non c’è. Note sulla dispersione del patrimonio in Gran Bretagna

Indifferente alla loro recente moltiplicazione come al sodalizio che vi si celebra con l’architettura di grido, un fantasma si aggira per i musei. Sordo al nome di Jean Nouvel (Reina Sofia, Louvre) quanto a quelli di Herzog & De Meuron (Tate Modern), impermeabile ai fasti del British Museum (Nor...

Full description

Bibliographic Details
Main Author: Caroline Patey
Format: Article
Language:English
Published: Milano University Press 2011-03-01
Series:Altre Modernità
Online Access:https://riviste.unimi.it/index.php/AMonline/article/view/1025
Description
Summary:Indifferente alla loro recente moltiplicazione come al sodalizio che vi si celebra con l’architettura di grido, un fantasma si aggira per i musei. Sordo al nome di Jean Nouvel (Reina Sofia, Louvre) quanto a quelli di Herzog & De Meuron (Tate Modern), impermeabile ai fasti del British Museum (Norman Foster) come ai restauri della Tate Britain (James Stirling), disinteressato alle fortune del ‘nuovo’ Victoria and Albert Museum e malinconico come si addice alla sua natura, il fantasma invita a interrogare tanta luccicante spettacolarità e forse a non dimenticare che, per quanto custode di memoria e guardiano di culture, il museo è anche il luogo dove vengono consumate, direttamente o meno, amnesie e damnatio memoriae e in nome del quale continuano a perpetrarsi non poche violazioni e disseminazioni.
ISSN:2035-7680