La linea e il cerchio. Richard Flanagan e «la strana, terribile infinità degli esseri umani»

L’articolo discute la rappresentazione della Seconda Guerra Mondiale negli anni Duemila, e nello specifico il superamento sia del paradigma postmemoriale che dell’historiographic metafiction postmoderna, usando come case study La strada stretta verso il profondo Nord dell’australiano Richard Flanaga...

Full description

Bibliographic Details
Main Author: Marco Malvestio
Format: Article
Language:deu
Published: Milano University Press 2021-07-01
Series:Enthymema
Subjects:
Online Access:https://riviste.unimi.it/index.php/enthymema/article/view/14442
Description
Summary:L’articolo discute la rappresentazione della Seconda Guerra Mondiale negli anni Duemila, e nello specifico il superamento sia del paradigma postmemoriale che dell’historiographic metafiction postmoderna, usando come case study La strada stretta verso il profondo Nord dell’australiano Richard Flanagan (The Narrow Road to the Deep North; 2013). In questo articolo intendo illustrare come La strada stretta verso il profondo Nord, recuperando e riaggiornando i modi del romanzo tradizionale, offra una rappresentazione problematica (anti-retorica e anti-nazionalistica) della Seconda Guerra Mondiale, e come, per farlo, si serva di forme d’arte (l’haiku, l’ensō) e di concetti del buddismo zen. Lungi dal rappresentare un’aggiunta ornamentale, i riferimenti al buddismo zen amplificano e approfondiscono le problematiche analizzate nel libro, dalla memoria della guerra in Australia e Giappone alle strutture di potere coloniali fino a una concezione della storia conoscibile ma non monolitica, bensì dinamica e plastica.
ISSN:2037-2426